La giornata del sorriso una volta al mese
Caro direttore, il mio percorso tra casa e ufficio, a Milano, è di 15 minuti a piedi. Ho l' abitudine di fermarmi per un caffè. Passo davanti ad otto bar tra cui posso scegliere. Li ho provati tutti, alla fine ho scelto quello dove il barista mi accoglie, ogni volta, con un sorriso. Forse il caffè non è il migliore, ma un sorriso vale, in questi tempi complicati, più della qualità del caffè. La giornata inizia sotto un altro segno. Ultimamente chiedo ai miei collaboratori di darmi solo buone notizie, o almeno di iniziare da quelle. La reazione all' inizio è di sconcerto poi, parlandone, ci accorgiamo che le buone notizie possono essere tante, dalla primavera anticipata, alla salute di ciascuno, fino anche a concentrarci sulla parte piena del bicchiere dando meno peso a quella vuota. Chi si occupa di comunicazione sa che l' umore è contagioso, chi fa pubblicità lavora, non a caso, soprattutto sulle emozioni. L' istituto di neuroscienze dell' Università di Parma ha scoperto, anni fa, che nel nostro cervello esistono i «neuroni specchio», cellule nervose che risuonano con l' ambiente esterno generando comportamenti, appunto, «a specchio» rendendo, ad esempio, contagioso il sorriso, così come, purtroppo, anche la depressione e la malinconia. Perché non trasformare, allora, un giorno al mese, magari il primo lunedì, in un «good day», nella giornata in cui tutti si impegnano a sorridere agli altri e a dare solo buone notizie. Sono certo che l' inversione della polarità dell' umore generale porterebbe benefici inaspettati e forse ci aiuterebbe a rendere più sopportabile questa crisi senza precedenti in cui ci dibattiamo senza che, al momento, appaiano all' orizzonte concrete vie d' uscita. Mi rendo conto di quanto questa proposta sia infantile ed utopistica, ma se ha generato un sorriso nel lettore, non sarà stata del tutto inutile. Lorenzo Sassoli de’ Bianchi