Chi è libero di gestire il proprio tempo, di solito, è felice.
Come si fa ad aumentare la produttività?
Semplice: un lavoro si giudica dal risultato, non dal tempo o dal modo impiegato per raggiungerlo.
Ai miei collaboratori, quand’è possibile, e spesso è possibile, non impongo un orario: facciano quel che vogliono, quando vogliono, come vogliono.
L’importante è che lo facciano: in tempo, e bene.
Se una persona trascorre la giornata giochicchiando col tablet, non porterà a termine l’incarico, o lo realizzerà in maniera sciatta.
Il problema, spesso, è nella testa dei datori di lavoro.
Controllare costantemente i dipendenti, per alcuni, è un sottile piacere (con risvolti sadici).
Per altri è solo un errore, che nasce dall’insicurezza.
Se il tipo di lavoro lo consente, meglio lasciare libero chi lavora.
Con me è stato fatto: detesto essere controllato, voglio venir giudicato dai risultati; e i miei capi
(a cominciare da Montanelli) lo hanno sempre capito.
Non solo.
Chi è libero di gestire il proprio tempo, di solito, è felice.
Chi è felice, lavora bene. Chi lavora bene, quasi sempre, produce buoni risultati.
Beppe Severgnini